Romanzi thriller tutti uguali. Non ce la faccio più!
Vorrei tornare sul già trattato argomento dell’omologazione culturale. Nello specifico, vorrei “indagare” il mondo editoriale. Ancora più nello specifico, il mondo del thriller.
Cosa c’è che non va nei nuovi romanzi thriller?
L’omologazione, ecco cosa! Se anche tu, come me, ami leggere thriller, avrai sicuramente notato che non c’è più nulla di nuovo. Nulla che non sia già stato letto o visto in TV/cinema. Scene che riesci a immaginare ancor prima di leggerle.
A me è capitato recentemente, con un libro che non menzionerò. Un tizio fugge da due energumeni e, ormai, sembra essere destinato a morire. Ma noi sappiamo che non potrà morire, dato che è uno dei protagonisti. E sappiamo che si sta dirigendo da un sotterraneo verso la strada affollata di una grande città. Cosa accadrà mai, dato che i due giganti gli sono alle calcagna e sono più veloci di lui?
3…
2…
1…
Probabilmente hai già indovinato: si mescolerà con la folla. Non solo, si fa scudo visivo con un gruppo di turisti orientali. Ops… mi sembra di averla già vista questa scena… A te non sembra? E mi chiedo: perché chi ha scritto quella scena non ha inventato, che ne so, la presenza di un’edicola in cui il fuggitivo si rintana? È solo un’idea, forse stupida, ma un po’ più originale dei soliti turisti orientali, almeno per me.
Ma non è tutto.
Quello che mi dà più fastidio è la presenza dei soliti temi che poco hanno di misterioso e che, invece, sguazzano in scene macabre o situazioni orribili. Ma a noi amanti del thriller piace il mistero. O sbaglio? Piace solo a me?
I 3 temi solitamente utilizzati, ormai, sono:
- Crimini su bambini
- Violenza sulle donne
- Serial killer
I serial killer meriterebbero un sito a parte. Quanti thriller esistono, al mondo, in cui si parla di folli maniaci che uccidono seguendo un preciso rituale e lasciando dietro di loro indizi dal forte significato simbolico?
Solitamente, in questi thriller, i serial killer vogliono farsi scoprire. Oppure vogliono lanciare una sfida alla polizia. Oppure, ancora, sento il bisogno di rielaborare, attraverso i crimini, la loro difficile infanzia. Roba che arrivi alla ventesima pagina (o prima) e dici: “ok, andrà a finire così”.
Non ce la faccio più!
Discorso a parte andrebbe fato per i thriller psicologici che, alla fine, ti dicono “era tutto finto”. O anche per i thriller a sfondo religioso copia-incolla di Dan Brown. Che il cielo ce ne liberi!
Peraltro, agenti letterari e case editrici continuano a propinare anche le stesse frasi altisonanti per invogliarti a comprare e leggere il thriller di turno. Ormai vanno per la maggiore:
- Divenuto un bestseller grazie al passaparola online
- Lo scrittore che ha inventato un nuovo genere (o che ha riscritto le regole del genere)
- Il thriller più venduto dell’anno
Ma quanti diavolo sono questi thriller più venduti dell’anno? Quanti? E questi nuovi generi? Ma se i libri sono tutti uguali?!? Fanno parte tutti di un nuovo genere?
Per non parlare, poi, dei commenti di grandi scrittori internazionali. “Fantastico”, “un sogno”, “incredibile” e così via. Peccato, però, che siano amici degli amici. Infatti, basta fare una ricerca online per scoprire che quegli scrittori che hanno trovato “fantastico” il nuovo thriller del collega facciano parte della stessa agenzia letteraria, o della stessa casa editrice.
Ora, poi, in Italia, con la fusione delle case editrici Rizzoli e Mondadori e con la fusione delle agenzie letterarie Boroli, Bernabò e Vigevani tutto quello che ho detto sinora è probabile che si estenderà ancor più.
Vi prego, editori, fatemi leggere qualcosa di nuovo! Altrimenti… dovrò acquistare dal self publishing. 😉
2 Commenti
Come ti capisco Roberto! Prima di iniziare a scrivere il mio primo thriller ne ho letti parecchi riscontrando le stesse problematiche da me citate, per cui ho abbandonato andando per la mia strada… ne é uscito, forse anche in conseguenza di ció, un thrilleroide con elementi di detective story, dove il protagonista é un completo antieroe…
Grande Antonio! Ognuno di noi può fare tanto per cambiare la letteratura, anche nel nostro piccolo.
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