2. Quando muoiono (uno dei libri thriller da leggere subito)

Cerchi libri thriller da leggere subito e consigliati da lettori ed esperti? Dopo “Lo scacciapensieri” devi leggere “Quando muoiono”. E… ne sarai protagonista…

L’autore

Roberto P. Tartaglia è un professionista della scrittura e della comunicazione dalla seconda metà degli anni Novanta.

Giornalista iscritto all’Ordine Nazionale, coach membro della International Coach Federation e autore di racconti e romanzi di successo, best seller Amazon di genere.

Ha creato questo sito per soddisfare tutti gli amanti del mondo thriller.

Il thriller

Il thriller psicologico “Quando muoiono” è il secondo capitolo dell’emozionante “Psychotrilogy“, che inizia con “Lo scacciapensieri” e si conclude con “Aura nera“. Anche in questo caso, non sarai solo un lettore… ma non posso dirti altro.

 

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Libri thriller da leggere: la trama di questo thriller psicologico

Febo Fermi e Thiago Grimaldi sono due perfetti sconosciuti. Lo sono fin quando non si trovano coinvolti nello stesso incidente stradale e vengono trasportati in ospedale.

Da quel momento, le loro vite iniziano a correre su binari paralleli. Da quando varcano la soglia dell’ospedale, niente sembra avere più un senso.

Thiago sa di essere morto, mentre Febo si ritrova a vivere una doppia vita. Personaggi ambigui, che sembrano usciti da un puzzle mal costruito, danno vita a una storia che ha dell’incredibile.

Ha un sapore onirico, quello dell’incubo, questo secondo thriller psicologico della serie Febo-Farah, dove realtà e fantasia si mescolano violentemente.

Il lettore viene trasportato in un mondo fatto di assurdità, ma dove gli indizi sono sempre sotto i suoi occhi. Sino al termine della corsa. In un finale che dà i brividi.

Come nasce questo thriller psicologico?

L’idea di questo thriller psicologico nasce da uno spaventoso incidente d’auto che subii il 21 dicembre 2013. Un tizio mi tagliò la strada, uscendo dal ponte di casa sua, e la mia auto si capovolse come quella di Thiago. Con la stessa dinamica.

Anche i miei pensieri furono gli stessi di Thiago. Così, quando slacciai la cintura e mi lasciai cadere sul tettuccio, ebbe inizio ogni cosa. Non ricordo nulla dei secondi che passarono da quando mi misi carponi per sgattaiolare fuori dal finestrino a quando mi ritrovai per strada urlando: aiuto!

Incredibilmente, riportai solo i danni alla mano che ha riportato anche Febo. E fui costretto a 4 mesi di inattività. 4 mesi che mi diedero modo di ideare tutto ciò.

Sì, perché fu in quei mesi che nacque l’idea.

Volevo creare un thriller psicologico che fosse diverso da tutti quelli letti sinora, che portasse il lettore dentro la storia in maniera… particolare. Ma dovevo rimanere nell’àmbito della razionalità, seppur volessi sconvolgere con atmosfere horror e sovrannaturali. Ogni elemento doveva essere maledettamente reale. Ma come?

Ci pensai a lungo e, alla fine, tutto fu chiaro. Ecco che nacque “Quando muoiono”, in un mix di suspense, mistero e agghiaccianti colpi di scena. Come sempre, nei miei romanzi, non mi sono limitato a scrivere una storia, ma ho voluto offrire una serie di spunti di riflessione, al lettore. In barba a chi dice che il thriller e il giallo sono dei sottogeneri che non hanno nulla da comunicare.

Alcuni miei conoscenti che hanno letto questo psychothriller hanno detto che ho creato un nuovo genere, una sorta di crossover tra giallo, thriller e horror. A me, basta aver trasmesso le emozioni e gli spunti di riflessione che avevo in testa sin dal principio.

Qual è il tema di questo thriller psicologico?

La vita. Il tema di questo thriller psicologico è la vita. Questo meraviglioso dono che ci è stato fatto e che spesso non apprezziamo.

Siamo vivi, o siamo morti? Cos’è la morte? Si può essere vivi e morti allo stesso tempo?

A volte la vita ci sfugge di mano, ci passa sotto gli occhi mentre siamo distratti da ciò che vorremmo essa fosse. Non la vediamo, non la comprendiamo. Passa e non torna più.

Sembra facile, vivere, ma non lo è. E nessuno ha mai detto che debba esserlo. Malattie, dolori, difficoltà, fa tutto parte del “pacchetto”. E non abbiamo scelta, spesso. Prenderla così, punto. Ma questo non deve impedirci di goderne.

Di questo ho voluto parlare, nel romanzo. E non solo. Questo è il tema portante, però. Vorrei che il lettore prendesse coscienza della propria vita e delle sue potenzialità. Vorrei che rinunciasse al “regno dei morti in vita” e che riflettesse sulla propria esistenza.

Io sono stato costretto a farlo, quando sono sopravvissuto all’incidente. Ma non è necessario essere in pericolo di vita, per accedere a questa sorta di “coscienza aumentata”.

Lo si può fare anche semplicemente leggendo un libro, sul divano, a letto, in spiaggia.

Il thriller psicologico e la Sindrome di Tourette

In “Quando muoiono”, insieme al nostro amato Febo Fermi, torna anche il tema della Sindrome di Tourette: la sindrome di origine neurologica che io stesso ho.

Anche in questo romanzo, tra i misteri e la tensione, ho voluto inserire nozioni scientifiche sulla Sindrome di Tourette, per permettere a tutti di conoscerla, per far uscire la nostra sindrome dall’oscurità in cui ancora versa, in Italia.

Ho voluto farlo sia per permettere ai tourettici di conoscersi meglio, mentre si divertono a leggere un thriller psicologico, sia per permettere a tutti gli altri lettori di conoscere questa particolare e affascinante sindrome che, per troppi anni, nei libri e nel cinema, è stata solo dipinta come la sindrome delle parolacce (cosa che così non è).

Come disse il grande Alexander Lurija, fondatore della neuropsicologia, in una lettera inviata al neurologo Oliver Sacks: “La comprensione di una tale sindrome amplierà necessariamente, e di molto, la nostra comprensione delle natura umana in generale. Non conosco nessun’altra sindrome che abbia un interesse paragonabile”.

Cerchi libri thriller da leggere? Cerchi libri thriller consigliati dai lettori? Ecco le loro opinioni…

A onorarmi della postfazione, questa volta è stato Alessio Billi, romanziere e sceneggiatore. Come sceneggiatore TV ha scritto per “Distretto di polizia”, “Intelligence” e “Il segreto di Lara”, tanto per fare qualche esempio. Ma è anche autore di diversi romanzi, come “Polvere nera” ed “Eva cattiva”, nonché fondatore del blog “Colpi di scena”.

Ti riporto un piccolo stralcio della sua postfazione, per darti un’idea di cosa lui pensi del romanzo.

***

È difficile inquadrare: “Quando muoiono” e incasellarlo in un preciso genere letterario, come si usa fare per comodità dei lettori e per stupide leggi di un mercato editoriale sempre più asfittico e incolore.

Si potrebbe dire che il noir psicologico di Roberto Tartaglia è un po’ “L’isola della paura” di Dennis Lehane e un po’ “La psichiatra” di Wulf Dorn, ma la trama rifiuta le soluzioni facili e gli espedienti più scontati.

Pur rispettando le regole della detection, a tratti flirta col paranormale e con l’horror, a tratti con l’inspirational fiction e alla fine fa una brusca sterzata e muta prospettiva ancora una volta.

Mentre la voce dell’autore seguita ad addentrarsi nella psiche in bilico dei personaggi, “Quando muoiono” diventa qualcosa che non assomiglia a nessuno dei romanzi che voi abbiate letto. Opera unica e originale, sconvolgente per le conclusioni drammatiche e filosofiche a cui arriva, mena autentici pugni nello stomaco del lettore e, a ogni cambio di pagina, lo porta sulla sottile linea di confine che divide verità e menzogna.

Nel fare tutto questo, si avvale di una penna morbida e avvolgente e di una raffinata narrazione che opera una sorta di effetto rallenty nel pensiero dei protagonisti, come se lo scrittore fermasse e vivisezionasse l’animo inquieto delle sue creature nei loro momenti decisivi.

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E ora che sai tutto questo… non ti resta che leggerlo.

Ma non solo… alla fine del libro capirai.

Se sei davvero in vita.

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