Libri thriller psicologici: recensione de “L’ipnotista”
Per chi non lo sapesse, chiarisco subito che Lars Kepler è lo pseudonimo che identifica la coppia di coniugi scrittori svedesi Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho. Tuttavia, nell’articolo mi riferirò a loro con lo pseudonimo (giusto per tagliare corto). 😉
Di questo thriller psicologico, “L’ipnotista“, ho sia letto il libro che visto il film e devo dire che le due rappresentazioni hanno molto in comune. Il libro, poi, l’ho letto proprio in una clinica, mentre attendevo una persona. L’ambientazione era perfetta. In pochi minuti, quella clinica è diventata, per me, la clinica Karolinska del romanzo.
Ma andiamo per ordine e leggiamone la trama e, come sempre, soprattutto i pro e i contro. I link riportati fanno capo al mio programma di affiliazione Amazon.
La trama
Lui si chiama Erik Maria Bark ed è il più bravo ipnotista della Svezia. Con un passato che vuole dimenticare, uno stato psicologico da schifo e una famiglia da ricomporre. Ha giurato a se stesso e al mondo di non praticare mai più l’ipnosi. Ma la notte di quell’8 dicembre si vede costretto a ricominciare. Accanto a lui, l’ispettore di polizia Jona Linna. Il paziente che ha bisogno di Erik si chiama Josef Ek. Gli è stata trucidata la famiglia, in una notte di sangue e terrore. Lui è vivo per miracolo e l’assassino è in cerca di sua sorella maggiore, per completare l’opera. L’unico modo per comunicare con lui è l’ipnosi. Ma l’incubo inizierà proprio per questo.
I pro di questo thriller psicologico
Sia il libro che il film sono carichi di suspense, specie nel finale mozzafiato. Un thriller ben riuscito e ben scritto, che descrive una Svezia affascinante come non mai e un genere umano alla deriva. Per diversi motivi. Molto thriller psicologico, poco noir. Se ami i finali positivi, è il romanzo giusto per te.
Intrigante lo stile narrativo del romanzo, con la rappresentazione dei vari eventi visti da diversi punti d’osservazione e attraverso intriganti salti temporali che mischiano ancor più le carte. Forse è per tale motivo che questo romanzo d’esordio ha venduto, in breve tempo, oltre 100.000 copie.
Anche il film riprende i lati positivi del romanzo e rende le atmosfere ancora più cupe, nonché la struttura della trama più lineare. Nel film, infatti, le scene sono sequenziali, la narrazione è classica. Non vi sono i salti e le mescolature del romanzo. Comunque, si fa apprezzare.
I contro di questo thriller psicologico
Purtroppo, nonostante abbia molto di positivo, questo romanzo mi ha deluso sotto diversi aspetti (così come pure il film).
Prima di tutto, l’idea dell’ipnotista nel thriller psicologico poteva essere sfruttata molto, molto meglio. In diversi punti, invece, sembra solo marginale, nascosta sotto l’ombra di un passato torbido e un presente ancor più nero, se possibile.
Il finale, poi, al di là della suspense, mi ha lasciato l’amaro in bocca. Mi ha ricordato i primi romanzi gialli in cui, all’improvviso, sbucava fuori il cinese e l’assassino era lui. Qui non ci sono cinesi, ovvio, ma sto cercando disperatamente di farti capire cosa non va, senza svelarti il finale. 😉
Lo stesso accade nel film. Hai l’idea di esserti perso qualche pezzo. Di non aver capito che ruolo avesse questo o quel personaggio.
Nel romanzo, poi, lo stile narrativo particolare, se all’inizio può essere intrigante, a lungo andare rallenta l’andamento della storia e uccide, di fatto, l’azione. E, a dire il vero, anche la scrittura al presente indicativo mi ha lasciato perplesso.
In conclusione, si tratta di un thriller intrigante e ben scritto che, però, delude gli appassionati del genere (come me). Parte da un’idea di base intrigante che poteva essere sfruttata meglio, a mio avviso. Tuttavia, se non si cerca il romanzo da cardiopalma che ti spinge a girare pagina, è una lettura piacevole.
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