I migliori libri thriller italiani: intervista ad Andrea Carlo Cappi
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I migliori libri thriller italiani: intervista ad Andrea Carlo Cappi

Oggi ti parlo del tema “i migliori libri thriller italiani” e ti propongo un’intervista al grande Andrea Carlo Cappi, tra i più prolifici, affermati e talentuosi scrittori italiani di thriller di tutti i tempi.

Andrea è anche un traduttore e un editor. Insomma, un professionista della scrittura a tutto tondo. Ecco perché, in questa intervista, ho voluto spremere al massimo la sua esperienza con domande che possano interessare sia i lettori che gli scrittori (o aspiranti tali).

Ma ora basta parlare. Fuoco alle polveri.

 

 

I migliori libri thriller italiani: l’intervista

 

Ciao Andrea, parlaci delle tue nuove fatiche letterarie. Perché sono più di una, giusto?

Salve a tutti. Sì, tra inediti e riedizioni. Dall’inizio del 2019 ho scritto e pubblicato due nuovi romanzi.

Per Segretissimo Mondadori, “Agente Nightshade-Effetto Brexit”, nuovo episodio della serie che firmo con lo pseudonimo François Torrent, in edicola in maggio e ora disponibile solo in ebook: una storia di spionaggio aderente all’attualità in cui ho miscelato la trama con gli eventi reali del momento in cui scrivevo.

L’altra novità: da Sergio Bonelli Editore per tutta l’estate è in edicola il terzo volume della collana “I romanzi di Martin Mystère”, dal titolo “Il mestiere del diavolo”. Stavolta il detective dell’impossibile indaga su fatti di sangue che ricalcano casi del passato: la strage di Taliesin (la casa-studio dell’architetto Frank Lloyd Wright) nel 1914 e gli omicidi della Manson Family del 1969.

Nel contempo sto curando la riedizione in volume e ebook presso Oakmond Publishing dei primi libri di Nightshade e Medina, al ritmo di due all’anno. Il 4 luglio è uscito “Nightshade-Missione Cuba” e il 4 novembre esce “Nightshade-Progetto Lovelace”, apparsi in origine nel 2002 e nel 2003.

Poi ci sono i racconti: a fine giugno è uscita da Officina Milena l’antologia horror “24 a mezzanotte”, con il mio “Offryo”. A metà agosto una breve storia inedita di Nightshade appare sui quotidiani Il Cittadino e La Sicilia. Ma intanto ne ho scritta al volo anche una con Toni Black, il detective di Maiorca (gratis online).

 

La tua produttività è ormai proverbiale. Quali sono gli elementi indispensabili per creare storie sempre originali e non cadere nella trappola de “l’ho già scritto”?

Prendo spunti dalla realtà, per cui l’ispirazione è inesauribile, che si tratti di intrighi internazionali o di piccoli fatti personali.

Per fare qualche esempio, Toni Black è nato da un racconto (ora in “Black Zero”, in volume e ebook) basato su un episodio accaduto a me; il romanzo “Back to Black” (in volume e presto in ebook) si ispira a un caso di cronaca che ha coinvolto persone che conoscevo.

Naturalmente, quando lavoro su personaggi come Martin Mystère o Diabolik & Eva Kant, il rischio di scrivere qualcosa che i lettori hanno già visto è elevatissimo, per cui confronto la trama sia con gli autori dei fumetti, sia con i lettori più esperti delle due serie.

 

Se fosse una ricetta, quali sarebbero gli ingredienti segreti (anzi, “segretissimi”) di un thriller avvincente e originale?

La trama non deve ricalcare troppo schemi già visti e ripetitivi, ma questo non esclude di usarli come riferimento per cercare qualcosa di nuovo: per esempio, sui serial killer pensavo si fosse già scritto tutto, ma un bel giorno, nel 2003, leggo un dattiloscritto di un certo Jeff Lindsay e incontro Dexter, poi protagonista anche di una serie tv di successo.

La struttura deve stimolare il lettore a proseguire. Ma soprattutto i personaggi devono essere coinvolgenti: se non ispirano simpatia e identificazione, anche le storie perderanno di interesse.

 

Tu sei anche traduttore ed editor. Come si conciliano tutte queste professioni e come ciascuna contribuisce alla riuscita delle altre?

Quando si sovrappongono le scadenze e bisogna consegnare una traduzione, una scheda di lettura e un editing a tre editori diversi, si conciliano poco e la scrittura viene sacrificata. Poi arriva la data di consegna di un romanzo o di un racconto e bisogna mantenere lo stesso ritmo di lavoro.

Mi è appena capitato con un’antologia di fantascienza dal titolo “Soniche Oblique Strategie”; da mesi avevo un’idea per il mio racconto, ma non il tempo per svilupparla; ho messo tutto per iscritto l’ultimo giorno, nell’arco frenetico di ventiquattr’ore.

L’esperienza delle traduzioni, in ogni caso, è stata fondamentale: ho imparato molto da alcuni dei migliori professionisti stranieri, in termini di tecniche e struttura, rivivendole dall’interno.

Questo mi è d’aiuto per scrivere o per fare editing… quando è necessario aggiustare punti di vista, scansione dei capitoli, montaggio e così via, perché se il testo è già ben strutturato cerco di intervenire il meno possibile.

 

La tua opinione sul sempre caldo tema “in Italia si legge poco”?

… e si legge sempre meno.

Chi ha in mano un libro (ma vale anche per gli albi a fumetti) anziché uno smartphone è visto come un alieno.

Nel contempo aumenta il numero di aspiranti autori e autrici, forse per il presunto status che si ritiene conferisca questo ruolo.

Gli unici a guadagnarci sul serio sono gli editori a pagamento, che chiedono migliaia di euro per stampare copie di un libro che, di fatto, non comprerà nessuno.

Gli effetti di tale fenomeno, abbinato a quello degli pseudolibri firmati dai personaggi del momento, sono devastanti: escono più volumi (inutili) di quanti siano i lettori potenziali, e ne fanno le spese tutti gli scrittori veri, compresi gli onesti mestieranti come me.

 

Qualche consiglio a chi vuole diventare scrittore/scrittrice? Molti dicono che non serva studiare, perché la scrittura viene dal cuore.

A meno che non si nasca con doti soprannaturali, il talento va in ogni caso educato leggendo molto, imparando da ciò che si legge e allenandosi nella scrittura: prima di firmare i suoi noir di grande valore letterario, Raymond Chandler riscriveva a titolo di esercizio racconti del collega Erle Stanley Gardner.

Leggere libri sulla scrittura creativa o seguire corsi può essere illuminante, ma non necessariamente genera dal nulla una scrittrice o uno scrittore, se alla base mancano idee e capacità di rappresentarle.

 

Infine, cosa bolle in pentola?

Ho in lavorazione dallo scorso anno un nuovo volume doppio della saga horror-erotica “Danse Macabre”.

Sono in programma altri romanzi di Martin Mystère, nuove avventure di Agente Nightshade (e una in proprio della sua alleata-rivale Sickrose), nuove indagini di Toni Black, una raccolta dei racconti a quattro mani con Ermione (dopo il nostro romanzo “LUV” dello scorso anno).

E potrebbe vedere finalmente la luce un progetto che si ricollega al mondo di Nightshade, Medina, Sickrose e Black, ambientato però in Spagna negli anni Quaranta-Cinquanta; è un progetto su cui lavoravo quasi trent’anni fa e che potrebbe riprendere vita da Delos in una collana di ebook sulla Guerra Fredda.

Le idee sono tante, è il tempo che non basta mai!

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