Cos’è la biblioterapia e a cosa serve?
Che cos’è la biblioterapia? Si tratta, in sostanza, di un aiuto, una cura attraverso la lettura. E non è fantascienza, ma scienza pura e comprovata. Per chi mi segue e legge i miei libri, ne è un esempio la mia trilogia sulla Sindrome di Tourette, che comincia con il thriller psicologico “Lo scacciapensieri”. E lo è il mio libro per ragazzi “Ops…“.
Cosa? Un romanzo? Sei pazzo?
No, e non lo sono nemmeno i tanti esperti che ne hanno testato l’efficacia. Psicologi e psichiatri chiamano questo tipo di libri “romanzi informativi”. La biblioterapia, infatti, si avvale sia di testi puramente scientifici, come il completo e chiarissimo libro “Tic ed altre risposte compensative“, del Prof. Gianfranco Morciano (sempre sulla Tourette), sia di romanzi.
I romanzi informativi, così come “Lo scacciapensieri” e i suoi seguiti, oppure “Ops…“, “sono romanzi che mescolano fantasia e reali informazioni sulla salute e sulla crescita interiore. Insomma: sono qualcosa che va oltre i classici libri di self help, come vengono chiamati universalmente, ormai. Non si limitano a dare consigli ma, se ben scritti, attraverso la narrazione, portano il lettore a identificarsi con il personaggio e a capire meglio se stesso, a non sentirsi “solo al mondo”, a riconsiderare la propria situazione.
“Lo scacciapensieri” e gli altri 2 romanzi della trilogia, ad esempio, vogliono dire a tutti coloro che, come me, hanno la Sindrome di Tourette: non siete soli e non siete malati! Ma si rivolge anche a chi la Tourette non ce l’ha, e a loro dice: questa sindrome può insegnare molto anche a voi e indicarvi un percorso di crescita interiore senza eguali.
Sul mensile “Mente e Cervello”, a cui sono abbonato, l’altro giorno leggevo che una donna di 42 anni ha risolto gravi problemi di coppia semplicemente leggendo un romanzo erotico. E Gandhi? Se non avesse letto il saggio “Disobbedienza”, di H. D. Thoreau, non avrebbe mai pensato alla sua lotta non violenta.
Nei casi più gravi, associare la biblioterapia alla psicoterapia aiuta e velocizza i tempi di guarigione. Documentazioni scientifiche? Eccole.
Gli psicologi Gary Kpshik e Clare Fisher hanno prescritto la lettura di alcuni libri specifici a 74 pazienti che soffrivano di ansia, ottenendo una riduzione dei sintomi nel 95% dei casi. E ancora…
Nel 2013, Christopher Williams, dell’Università di Glasgow, ha pubblicato uno studio condotto con dei colleghi su 200 pazienti che soffrivano di depressione. Ebbene: i sintomi miglioravano del 43% in chi leggeva libri a scopo terapeutico, contro il 25% di chi non leggeva ma assumeva antidepressivi. Ovviamente, tutti i pazienti erano seguiti anche da uno psicologo. E gli effetti benefici, in chi leggeva, erano a lungo termine e permettevano ai soggetti di gestire meglio loro stessi, evitando ricadute.
Insomma, oggi stiamo riscoprendo ciò che Aristotele aveva già detto molto tempo fa e ciò che il Kamasutra consiglia da sempre. Non per niente, nella biblioteca di Tebe c’è la scritta “medicina per l’anima”. E ancora: Proust, nel testo “Sulla lettura”, dice che “i libri assumono un ruolo analogo a quello degli psicoterapeuti”. Nella Prima Guerra Mondiale, alcuni medici militari prescrissero libri a chi restava traumatizzato, facendo guarire più rapidamente i soldati. Incredibile, vero?
I romanzi informativi sono così potenti perché aumentano le connessioni cerebrali e lasciano agire sia la dimensione emotiva che quella cognitiva del nostro cervello. Peraltro, il nostro cervello non è in grado di distinguere tra realtà e fantasia, come hanno dimostrato numerosi test con risonanza magnetica, e questo fa sì che, leggendo, si attivino le stesse aree cerebrali che si attiverebbero se noi fossimo realmente gli eroi della storia. La storia risveglia, nel lettore, specifici “marcatori somatici”, come li chiama il neurologo statunitense Antonio Damasio.
Riesci a immaginare la potenza dei romanzi informativi, dunque? Sono vere e proprie esperienze di vita. Io ti consiglio vivamente di leggerne. Come? Vai sul web e cerca romanzi che trattano dei tuoi stessi problemi. Vedrai! Alla faccia di chi dice che leggere è una perdita di tempo, o cosa da vecchi…
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